Onorevoli Colleghi! - Il problema dello scambio illegale di contenuti multimediali su internet, legato all'eccessivo costo di compact disc musicali, software, videogiochi e film, rappresenta, da anni, materia di dibattito sul piano giuridico e interessa, a vari livelli, milioni di italiani che, sempre più spesso, si trovano di fronte a sistemi che consentono loro di avere in pochi minuti tutto quello di cui necessitano rapidamente e, soprattutto, a costo zero, anche se, purtroppo, in maniera illegale.
      La rivoluzione provocata da internet nella nostra società e soprattutto i riflessi che ha avuto nella nostra cultura sono un punto di partenza fondamentale per affrontare questa problematica.
      Oggi, infatti, scaricare contenuti da internet è percepito da tutti come un fatto «naturale», quasi ovvio dati gli alti costi dei prodotti in questione, e ciò non contribuisce a frenare questo fenomeno illegale.
      Sono milioni gli italiani che attualmente, in maniera disinvolta, scaricano dalla rete musica, film, software e videogiochi, mentre il mercato e le istituzioni restano impassibili e impotenti di fronte a un fenomeno di portata mondiale e difficilmente controllabile.
      La situazione che si presenta agli occhi del legislatore, pertanto, è quella che vede

 

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milioni di italiani che effettuano download illegali come se fossero legali e le major che non riescono, o non vogliono, adattare le loro strategie di mercato alle nuove tecnologie e alle esigenze, soprattutto economiche, degli utenti finali.
      Oggi, infatti, le aziende produttrici strumentalizzano la proprietà intellettuale per aumentare esclusivamente i loro guadagni servendosi di mezzi ormai obsoleti: si dovrebbe, dunque, avviare un processo culturale ed economico che porti gli attori del mercato a servirsi anche di internet per veicolare i prodotti in questione, il che consentirebbe loro anche di praticare prezzi più accessibili.
      Di conseguenza, sarebbe più facile per tutti acquistare prodotti originali piuttosto che servirsi di copie contraffatte e scaricate da internet che spesso non hanno la qualità dell'originale.
      Lo Stato, da parte sua, dovrebbe fare il primo passo per innescare tale processo, incentivandolo con agevolazioni fiscali che contribuirebbero certamente a rendere possibile un drastico calo dei costi e dei prezzi di vendita.
      Attualmente, le uniche soluzioni proposte per arginare il fenomeno del download illegale sono tutte di tipo repressivo e gravemente lesivo del diritto alla privacy: oltre all'aumento delle pene per quanti utilizzano sistemi «peer to peer», si è pensato anche a istituire controlli tramite software che ledono gravemente la libertà personale e che consentirebbero ad istituzioni, banche e gruppi di interesse privati di conoscere nei minimi dettagli le abitudini degli italiani.
      Seguire il sentiero che porta alla penalizzazione del download su internet per quanti illegalmente scaricano contenuti di vario genere non crediamo possa risolvere il problema.
      Ciò che la presente proposta di legge si prefigge è proprio far compiere allo Stato il primo passo per innescare il processo di cui si è parlato, riducendo l'aliquota dell'imposta sul valore aggiunto (IVA) sui prodotti in questione al 4 per cento.
      «Imbavagliare» internet, introducendo sistemi di sicurezza che ne impediscono il libero utilizzo, sarebbe delittuoso; solo abbassando l'aliquota IVA, solo invogliando le major a seguire questo percorso e ad abbassare i loro costi di produzione e solo promuovendo la creazione di un mercato che utilizzi le nuove tecnologie potremo sperare in un calo dei reati connessi alla «pirateria» su internet e lasceremo intatto questo meraviglioso mondo fatto di comunicazione e di condivisione della cultura e che tutti vogliono che resti libero.
 

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